Qualche settimana fa sono andato a visitare il salone del vino e della
gastronomia in un paesino vicino Tolone. Adoriamo questo genere di eventi che
ci permettono di conoscere, assaporare qualcosa di nuovo, e normalmente
torniamo carichi di leccornie. Come sempre in questi casi I miei occhi vagano
nervosa tra gli stand, alla ricerca della prossima specialità da gustare o del
prossimo vino da assaggiare. E, all’improvviso,
scorgono un cartello che dice: “Vini dalla BULGARIA”
Bulgaria? E vengono a vendere vini in
Francia?
Dire che sono rimasto scosso é dir
poco. Ma allo stesso tempo la mia curiosità ha avuto la meglio e mi sono
deciuso a comprare una bottiglia di un vitigno autoctono bulgaro che mai avevo
sentito nominare.
Il risultato di questo esperimento? Eccolo!
Il produttore
La cantina SINTICA
nasce sulle vestigia del Complex
Experimental Station, creato alla metà del XX secolo nella città di Sandanski.
Il Centro di Sperimentazione Agricola del Sud-Ovest della Bulgaria diede
notevole impulso al settorer primario locale mediante la creazione e
manipolazione di differenti specie vegetali e colture. Tuttavia, con il
termine della pagina socialista e l’avvento della democrazia, esso cesso di
esistere. Meno di venti anni dopo, nel 2006-2007, 3 giovani visionari
cavalcarono l’idea di sviluppare il settore vinicolo in questo angolo di
Bulgaria, proprio nell’area del defunta Experimental Station. Qui nasce
SINTICA.
Unaccantina nuova di pacca, capace di produrre
500 000 litri di vino. I vigneti si estendono su una superficie di 325
acri (175 di nuova impiantazione) coltivati a Merlot, Cabernet Sauvignon, Cabernet Franc,
Syrah, Petit Verdot e Melnik. Tutti i vigneti si trovano nell’area dell’antico
insediamento di Heraclea Sintica (città di cui si parla già nel III secolo
d.C.) nella Valle della Struma.
Nel 2008 vedono la luce i primi vini. Dell’antico centro
sperimentale rimane solamente la cantina sotterranea dedicata alla maturazione
e affinamento dei vini più importanti. Qui la temperatura rimane costante a
14°C.
Il particolare terroir da cui derivano questi vini é
della Valle della Sturma, circondata e protetta dai massicci montuosi del Pirin,
Belasitsa, Ograjden. Il clima é
tipicamente Mediterraneo con una temperatura media annua di 14.1°C ed una
umidità media del 66%.
Le vigne sorgono
tutte ad una altitudine media di 200 metri su suolo argillo calcareo e
beneficiano di un microclima ideale, senza grosse gelate, con poca nebbia e
pioggia e con il maggior numero di ore di insolazione (2506 ore annua)
dell’intera Bulgaria. Un mix di
caratteristiche perfette per la produzione di buone uve da vino.
Il vino
Sintica Explosion 2008 deriva da uve
raccolte il 27 settembre 2008 da un singolo vigneto nella regione della valle
della Struma, in particolari aree dedicate alla coltivazione delle uve Melnik,
nelle quali rigidi parametri do controllo delle rese cosi come maturità e
qualità del frutto devono essere rispettati.
I grappoli, una volta raccolti,
subiscono un duplice processo di selezione, prima in generale sui grappoli e
poi nello specifico sul singolo grappolo, per eliminare gli acini non giunti a
perfetta maturazione.
La macerazione dura 25 giorni e la
fermentazione avviene in vasche di acciaio inox a temperature tra 25 e 30°C. Il
vino cosi ottenuto matura 12 mesi in barriques di rovere francese e conclude il
suo percorso con tre mesi di affinamento in bottiglia.
Il Melnik deriva da un ibrido; alla base
troviamo il vitigno autoctono bulgaro SHIROKA MELNISHKA LOZA, che per sua
natura pero produceva vini secchi e asciutti, non riuscendo mai ad arrivare al
livello di maturazione ottimale prima dell’arrivo del freddo iautunnale.
Ibridato con I principali vitigni francesi e internazionali se ne produssero
diverse variant fino ad ottenere il RANNA MELNISHKA LOZA, o Melnik 55 o ancora,
più semplicemente, Melnik.
Nota di
degustazione
Data
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10 Novembre 2014
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Nome
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EXPLOSION
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Vendemmia
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2008
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Nazione
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Bulgaria
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Regione
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Struma Valley
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AOC-DOC
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Uve
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Melnik
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Temp. di servizio
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17-18° C
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Alcohol
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14,5
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Prezzo (in euro)
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15
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Esame Visivo
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Esame Gusto Olfattivo
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Limpidezza
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Limpido
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Corpo
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Di corpo
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Colore
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Rosso Rubino
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Equilibrio
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Abbastanza Equilibrato
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Consistenza
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Abbastanza consistente
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Morbidezza
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Caldo
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Effervescenza
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Durezza
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Abb. Tannico – Abb. Sapido
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Intensità
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Abbastanza intenso
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Esame Olfattivo
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Aromi
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Frutti rossi
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Intensità
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Abbastanza intense
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Complessità
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Poco complesso
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Persistenza
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Poco persistente
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Qualità
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Abbastanza Fine
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Considerazioni finali
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Descrizione
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Frutti rossi, ciliegie, prugne
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Stato evolutivo
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Pronto
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Armonia
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Abbastanza Armonico
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Abbinamenti
cibo-vino
Piatti a base di
carni rosse, piatti speziati, cacciagione, formaggi maturi e/o speziati o anche
da solo per degustazione.
Ho stappato questo vino pervaso da
viva curiosità verso I prodotti di una terra a me davvero sconosciuta. Nel mio
immaginario mi aspettavo di trovarmi di fronte ad un vino “casereccio”, magari
pigiato con i piedi in una di quelle feste di paese che da noi stanno pian
piano scomparendo. A mente fredda, dopo aver letto la storia di questo vino,
l’immagine bucolica é stata spazzata via e sostituita da quella di un
laboratorio, di qualcosa di chimico e rigidamente organizzato secondo gli
schemi di matrice sovietica.
Sono convinto che la realtà sia nel mezzo e che la
Sintica resti un’azienda che abbia beneficiato di anni di studi fatti in
laboratorio ma che oggi tenti di recuperare quell’immagine bucolica della
tradizione locale per farne un veicolo di comunicazione e marketing.
Al naso é la sensazione alcoolica a farla da padrone e a
carpire ogni altro profumo; solo dopo una buona ossigenazione arrivano i
sentori di frutti rossi. In bocca, in degustazione, il vino mi é apparso un po
acido e con tannini marcati e ruvidi. Ho deciso di
provarlo allora in abbinamento al frico (piatto tipico del Friuli Venezia
Giulia a base di formaggio e patate) ottenendo un equilibrio vino/cibo di cui
avevo davvero bisogno. Con il formaggio del frico il tannino si addolcisce ed
esegue a dovere la sua funzione “pulitrice”. Ciononostante mi é rimasta in
bocca una punta di acido.
Ho bevuto un secondo bicchiere in
degustazione l’indomani e a distanza di 24 ore l’acidità era davvero forte,
almeno per i miei gusti.
In entrambe le degustazione sono rimasti due fattori
comuni: un buon corpo e una persistenza in bocca un po corta.
Consigliarlo? Ogni prodotto della
mano dell’uomo va provato, riprovato, triprovato. Ne va seguita
l’evoluzione sia in bottiglia sia nelle capacità dei produttori di migliorare
continuamente le loro creazioni. Non riprenderei lo stesso vino, della stessa
annata e della stessa cantina. Ma resto comunque curioso di provare sia gli
altri prodotti di questa cantina (o lo stesso vino in annate successive) sia
gli altri prodotti di questa regione.
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